martedì 1 settembre 2015

Mission: Impossible - Rogue Nation



OK, è da un bel po' di tempo che non avevo occasione di godermi il cinema in sala e la domanda mi sorge spontanea: le mie aspettative si sono alzate a causa dell'idealizzazione del "luogo" cinema, oppure sono così arrugginito da non saper riconoscere un bel film?

Nonostante le critiche per lo più positive (e molte addirittura lo indicano come il miglior film del franchise) il quinto capitolo della saga di Mission Impossible mi ha lasciato piuttosto perplesso. Non violentemente scontento, però almeno perplesso sì. Intendiamoci, resta una produzione importante e sotto molti aspetti piuttosto curata ma in altrettante componenti tirata alla "basta che sia".

Cominciamo dal principale responsabile: le cronache di gossip danno Tom Cruise in piena crisi identitaria e spirituale, io suppongo si tratti di una semplice crisi di mezza età, abituato com'è a essere il fico del gruppo, superati i 50 è un "vecchio ragazzo" ma 20 anni in più rispetto al primo MI non sono passati solo per noi. Il viso gonfio quanto il bicipite, mi mette un po' di tenerezza. Non sta invecchiando male, in realtà...sta semplicemente invecchiando. Quello che a 30 anni ti rende irresistibile a 50 e passa è vagamente ridicolo, speriamo se ne renda conto!



Christopher McQuarrie a cui saremo tutti sempiternamente grati per la sceneggiatura de I soliti sospetti non sembra solo aver un po' perso il proprio talento, ma come regista si rivela mediocre (Jack Reacher era un onesto film di genere ma nulla più)
Se la qualità registica ha poco a che vedere sia con De Palma e men che meno con John Woo (che ha firmato forse il capitolo più riuscito), da Mc Quarrie quello che non posso accettare è la scopiazzatura, o peggio la parafrasi da Bignami del cinema. Elenco in ordine sparso: la scena a teatro non è male... peccato l'avesse già fatta Luc Besson nel Quinto Elemento e 007 in Quantum of Solace.
La tattica per sventare l'attentato al cancelliere d'Austria, già usata da Keanu Reeves in Speed.
La rissa coi motociclisti ricorda tremendamente quella dell'agguato a Bud Spencer in Piedone lo sbirro (e taccio su quella di Altrimenti ci arrabbiamo): dubito che McQuarrie li abbia mai visti, ma l'atroce dubbio è inquietante. Last but not least, la scena conclusiva dell'inseguimento in moto è una maldestra scopiazzatura della stessa situazione in Casino Royale (quello con Craig).



Di Tom Cruise abbiamo detto, sul resto del cast possiamo dire che Hunt ha finalmente trovato un team di collaboratori stabile: Jeremy Renner è William Brandt, quello che gioca a fare il "poliziotto buono", Simon Pegg è l'impareggiabile nerd Benji Dunn, Ving Rhames l'hacker Luther. Ancor più del solito questi personaggi vengono umiliati come un branco di inetti piuttosto che come quelli che hanno l'ingrato compito di tenere Hunt coi piedi per terra.
Viene introdotto il dirigente della CIA Hunley, impersonato da un professionale Alec Baldwin.
Sean Harris è un villain freddo e diabolico ma di ambizioni piuttosto modeste rispetto alle capacità; prova attoriale superata, il personaggio però non è trascinante.

La vera buona notizia si chiama Rebecca Ferguson, l'attrice giusta al posto giusto: non troppo giovane (32) ha fisico atletico e il volto di quella che è sempre meglio non sottovalutare. Me ne guardo bene e infatti è la cosa migliore del film.



C'è molta azione, esplosioni ma  meno suspence del solito. Non stupisce che la pellicola sia stata ultimata di fretta per uscire in estate: competere con Operazione U.N.C.L.E. e Joker è un discorso, ma se Star Wars - Il Risveglio Della Forza e Spectre si dimostreranno appena appena in linea con le aspettative al botteghino lo avrebbero massacrato senza pietà.




In sintesi la solita storia di Ethan Hunt che capisce al volo una verità a cui nessun altro crederebbe mai, si dà alla macchia per poterlo dimostrare e alla fine aveva ragione lui. Un film divertente ma non trascinante ottimo per una serata di svago nella settimana del rientro lavorativo. Non ce ne ricorderemo a lungo.

2015: Mission: Impossible - Rogue Nation
Regia: Christopher McQuarrie
Fotografia: Eddie Hamilton
Production Design: James D Bissell
Costumi: Joanna Johnston

lunedì 24 agosto 2015

The Man From U.N.C.L.E.


The Man From U.N.C.L.E. (in Italia Organizzazione  U.N.C.L.E.) era un serial degli anni '60 con Robert Vaughn  e David McCallum. L'idea di base era di ipotizzare una organizzazione di spionaggio che vedesse Americani e Sovietici costretti a collaborare. In tempi di guerra fredda una bella pensata.




Operazione U.N.C.L.E. è uno di qui film che soffrono di una preparazione eccessivamente lunga e travagliata: l'idea iniziale di portare U.N.C.L.E. sul grande schermo risale addirittura al 1993: troppi registi ed attori si sono succeduti senza che si riuscisse a dare concretezza al progetto. Originariamente avrebbe dovuto essere girato da Steven Soderbergh, con protagonisti George Clooney e Emily Blunt; nel 2013 cambia tutto, la regia viene affidata a Guy Ritchie (reduce da Sherlock Holmes - Gioco di ombre) e il ruolo principale a Tom Cruise, che infine abbandona per girare Mission Impossible Rogue Nation. In quel momento passava da quelle parti "Superman" Henry Cavill che si accaparra la parte.


Henry Cavill (Superman) e Armie Hammer (The Lone Ranger) sono nel ruolo degli agenti segreti Napoleon Solo, l'agente della CIA e di Ilya Kuriakyn del KGB: belli, fisicati ed eleganti, conservando ognuno il proprio stile. Straordinaria la scena in cui discutono di tessuti ed accessori femminili. Alicia Vikander (Ex Machina) è molto carina e adatta al suo ruolo. Non può competere con Audrey Hepburn (c'è un evidente omaggio a Vacanze Romane), ma sarebbe chiedere troppo a chiunque.
Elisabeth Debicki mi aveva già colpito in Il Grande Gatsby dove interpreta Jordan Baker: come avevo ipotizzato all'epoca sta molto meglio mora che nel suo biondo naturale, resta comunque bellissima e carica la freddezza del suo personaggio in modo irresistibile.
Hugh Grant ha una parte piccolissima dove fa benissimo quello che gli viene meglio: uno simpatico ma stronzo.


Ottimo lavoro del cast tecnico che annovera un veterano come John Mathieson (Il Gladiatore, Hannibal, Il genio della truffa, X-Men l'inizio) alla fotografia e una professionista straordinaria come  Joanna Johnston (Chi ha incastrato Roger Rabbitt, Forrest Gump, Munich, I love radio rock) ai costumi.
La sceneggiatura è opera dello stesso Ritchie insieme al suo collaboratore di fiducia Lionel Wigram; la trama non è trascinante, ma ci regala comunque location spettacolari (il film è ambientato fra Berlino Est, Roma e la costriera amalfitana), dialoghi brillanti, e una villain perfida e seducente come un serpente. Molto più del minimo sindacale per un film dotato di un budget tutto sommato contenuto.
Menzione speciale per la colonna sonora, molto suggestiva.



Operazione U.N.C.L.E. si prende dei rischi: è una pellicola dalla produzione curata nei costumi (tutti i personaggi sono elegantissimi) e l'ambientazione deliziosamente sixties, c'è azione, glamour e dialoghi divertenti, tuttavia commette il peccato capitale del film di azione: non si prende troppo sul serio.
A mio avviso si tratta di un notevole valore aggiunto, temo che per il grande pubblico, in particolare negli USA, lo humour di cui è permeato sarà un serio ostacolo all'identificazione con i personaggi. Peccato grave che costerà milioni, però il film è più bello così e sarebbe stato un peccato assai peggiore rovinarlo con un approccio serioso.
Fortemente consigliato a tutti gli amanti del vintage e a chi pensa che una caratteristica fondamentale dello stile sia farsi ricordare più che farsi notare.

2015 - Operazione U.N.C.L.E. (The Man From U.N.C.L.E.)
Regia: Guy Ritchie
Fotografia: John Mathieson
Costumi: Joanna Johnston
Scenografia: Oliver Scholl
Set Decoration: Elli Griff

sabato 28 marzo 2015

Spectre - Read and be ready



Il 6 novembre 2015 sarà il giorno dell'uscita, in contemporanea mondiale, di Spectre, il 24° film di James Bond realizzato dalla EON productions.
La pellicola, perchè di 35 mm si tratta, in linea con l'amore per il vintage del personaggio principale, vede l'inatteso ma gradito ritorno alla regia di Sam Mendes dopo il superbo lavoro portato a termine con Skyfall. Il cast tecnico è confermato quasi in pieno, a parte la direzione della fotografia affidata al lanciatissimo Hoyte van Hoytema (Lasciami entrare, The Fighter, La talpa, Her, Interstellar). Sono estremamente curioso di vedere cosa si inventerà questa volta Daniel Kleinman per i titoli di testa, mentre è ancora un segreto chi sarà il performer della title song.

Il cast artistico vede la conferma degli interpreti di Skyfall, oltre all'immarcescibile Daniel Craig torneranno Ben Whishaw come giovane Q, Naomie Harris nel ruolo di Moneypenny e Ralph Fiennes come nuovo M. Le Bond girls saranno Léa Seydoux (che si è fatta le ossa nel genere con l'ultimo Mission Impossible) e Monica Bellucci che a 50 anni stabilisce il record di età per una Bond girl. I cattivi sono impersonati dall'ex wrestler Dave Bautista, da Jesper Christensen (che riprende il ruolo che aveva interpretato in Quantum of solace) e - si presume - da Christoph Waltz: anche se la natura del suo personaggio, villain o buono, non è stata confermata mi auguro ci regali un personaggio perfido ed irresistibile come solo lui sa fare. Nutro grandi aspettative anche verso l'interpretazione di Andrew Scott, l'impareggiabile Moriarty del serial Sherlock, un cattivo genuinamente perfido.

Le locations sono intriganti: Roma, Austria (sulle nevi di Solden), Messico e Marocco. Della trama si sa pochissimo, soltanto che vedremo il ritorno della Spectre, la enigmatica e superefficiente organizzazione spionistica, che nel progetto di reboot a lungo termine della saga di 007 non poteva certo mancare.

Nell'attesa di saperne di più, e soprattutto di vedere il film godiamoci un saporito antipasto: il trailer, fresco di giornata.





2015 - Spectre
Regia: Sam Mendes
Musica: Thomas Newman
Fotografia: Hoyte van Hoytema
Costumi: Jany Temime
Scenografia: Dennis Gassner
Titles: Daniel Kleinman

giovedì 5 febbraio 2015

The Hire /5 Powder keg - Director's Ads


La prima "stagione" di The Hire si conclude con un episodio firmato González Iñárritu. Il tono torna maledettamente serio ( e purtroppo sempre attuale): un reporter (Stellan Skarsgard) fotografa un'esecuzione sommaria effettuata da un gruppo di ribelli/terroristi/narcotrafficanti, ma si fa scoprire e inseguire. Per evitare coinvolgimenti ufficiali le Nazioni Unite decidono di inviare il driver a bordo di una BMW X5 a prelevare il giornalista per portarlo al sicuro. Tutto sembra filare liscio quando la voglia di scoop del reporter non li costringe alla fuga. Durante il tragitto i due si confidano e il giornalista racconta al driver di come sia stata la madre ad insegnargli a "vedere". Una volta giunti in territorio amico il driver si accorge che il suo passeggero non ce l'ha fatta, raggiunto da un proiettile vagante.
Non resta che consegnare i rullini alla stampa e andare a trovare la madre del giornalista per un ultimo saluto, pietoso e sconcertante.

Il titolo stesso dell'episodio, Powder Keg (Polveriera), è una perfetta sintesi di ciò che ci aspetta a livello visivo. Il ritmo frenetico e sincopato e la sgranatura delle immagini sono una inconfondibile firma dello stile di Iñárritu. Clive Owen è così fico che fa venir voglia di comprare una X5 anche a me che odio i SUV per principio.

I primi cinque episodi della madre di tutte le web series si concludono qui, alternando momenti profondi e riflessivi a humour e leggerezza. Il successo fu tale che venne immediatamente autorizzata una sorta di "season 2" incentrata sulle qualità dinamiche della spider Z4. L'elevata qualità autoriale e la capacità di spaziare dal grottesco al cinema di denuncia con estrema semplicità ed efficacia.



2001 - Powder Keg
Prodotto: BMW auto
Regia: Alejandro González Iñárritu