lunedì 24 marzo 2014

Non buttiamoci giù


Nick Hornby ha la straordinaria capacità di conferire, sulla carta, credibilità a personaggi immaturi e un po' schiodati; trasferire la stessa levità sul grande schermo è invece operazione assai più complessa di quanto potrebbe apparire. Il francese Pascal Chaumeil, collaboratore abituale di Luc Besson, di certo non possiede lo stesso dono di Hornby, privo dello stesso gusto per il black humour resta a metà fra commedia e dramma senza imboccare con decisione nessuna delle due strade. Il film, senza essere una pietra miliare, è comunque godibile e ha il pregio di avere un cast estremamente ben assortito.


I personaggi entrano in scena uno alla volta: l'ex presentatore televisivo Martin, la casalinga fiaccata dalla solitudine e dalla quotidiana fatica Maureen, la giovane ribelle Jess e il rocker in crisi esistenziale J.J. si ritrovano la sera di capodanno in cima a un palazzo di Londra famoso per essere uno di quelli più frequentati dai suicidi. I quattro decidono di scendere insieme (A long way down, il titolo originale si riferisce sia a questa discesa verso il piano terreno che al tentativo di recuperare una vita "normale") e aiutarsi a vicenda, quais si trattasse di una famiglia elettiva. Nel libro si alterna frequentemente il punto di vista dei diversi personaggi, mentre nel film il mantenimento di una linearità di racconto fa sì che questo sia semplicemente diviso in capitoli dedicati a seguire un personaggio più da vicino degli altri.


Pierce Brosnan, in ottima forma fisica, mette le sue caratteristiche di attore brillante al servizio del personaggio del vacuo Martin, presentatore televisivo caduto in disgrazia a causa di uno scandalo sessuale. Toni Collette nel ruolo della derelitta Maureen conferma il proprio immenso talento. Una piacevole sorpresa è rappresentata dalla giovane londinese Imogen Poots, la sboccata ragazzina Jess in conflitto con il padre, un politico professionista (un Sam Neill poco riconoscibile - è un complimento); molto lanciato dopo Breaking Bad, Aaron Paul dà corpo a un credibile musicista divorato dal male di vivere. Cameo di lusso per Rosamund Pike, nel ruolo della stronzissima ex collega di Martin che massacra i quattro nel corso di una disastrosa intervista televisiva.
Nella crew tecnica si distingue il musicista italiano Dario Marianelli (V per vendetta, Anna Karenina, Jane Eyre, Quartet) che assembla un ottimo commento musicale.


Il film, rispetto al libro, ha la pecca di non approfondire il disagio mentale dei protagonisti, ma anche se la semplificazione può apparire fastidiosa, su un tema come questo è meglio mantenersi nel non detto piuttosto che addentrarsi su un terreno così periglioso senza saperne governare i chiaroscuri con la giusta dose di humour. Alcune scene, come la rissa nel resort sulla spiaggia, sono genuinamente divertenti, il monologo nel finale di Aaron Paul costituisce invece l'apice della parte drammatica.
Chaumeil è un fan, letterariamente parlando, di Hornby: probabilmente nel timore di distorcere troppo l'opera letteraria si dimentica di dare una spina dorsale al proprio film, che tuttavia si salva grazie all'ottima performance degli attori, ognuno bravo nella propria parte ma soprattutto capaci di una performance corale di grande affiatamento.
In definitiva il film mi è piaciuto più di quanto non si evinca da queste righe, una scelta che mi sento di consigliare per una serata poco impegnativa: un'ora e mezza di intrattenimento di qualità, non profondo ma nemmeno stupido, il che di questi tempi non è poco.


2014 - Non buttiamoci giù (A Long Way Down)
Regia: Pascal Chaumeil
Fotografia: Ben Davis
Musiche: Dario Marianelli

3 commenti:

  1. Questo film non mi ispirava molto ma dopo la tua recensione mi è venuta voglia di vederlo.. magari anche in tv! Ah.. ti ho aggiunto al nostro blogroll su http://www.nonsolopizzaecinema.com

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  2. Grazie, ricambio molto volentieri! Sul film che dire...io lo accosterei a un hamburger home made: ci puoi trovare gli ingredienti che ti piacciono qualsiasi essi siano, non è per palati raffinati, non ti resterà nel cuore...ma in fin dei conti mentre lo mangi ti piace sempre!

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